La Polizia Locale: come il cane da pastore che difende il gregge dai lupi

Molte volte mi è capitato di leggere nelle parole di qualche collega lo sconforto: quasi sempre dopo aver letto le critiche ingenerose dei "leoni da tastiera" che sui social ne dicono di tutti i colori sui "Vigili"... i vigili non ci sono mai, i vigili scendono solo per fare le multe, i vigili stanno per strada senza fare niente, i vigili stanno sopra l'ufficio. Quasi sempre i commentatori sono autorevoli signori i cui nominativi sono ben noti alle banche dati dei nostri software Concilia o similari. Perchè dietro ogni bistrattore c'è sempre un trasgressore da noi multato che vuole sfogare. A questi colleghi, soprattutto  i più giovani, ho sempre consigliato di lasciar perdere queste sciocchezze. Non potremo mai piacere a tutti perchè svolgiamo un ruolo antipatico: facciamo rispettare le regole, richiamiamo con tono autoritario chi sta assumendo comportamenti incivili, multiamo chi viola la Legge. Ma tutti prima o poi avranno bisogno di noi: per difenderli da un aggressore, per rilevare un incidente e soccorrere i feriti (quante volte arriviamo prima di un'ambulanza), per sanzionare il vicino che arreca loro disturbo.

Per rendere più plastici questi miei ragionamenti, prendo a prestito una allegoria di Dave Grossman, tratta dal suo libro "On combat. Psicologia e fisiologia del combattimento in guerra e in pace", che offre alcune riflessioni sul ruolo della Polizia Locale.


Nella società in cui viviamo, la maggior parte dei cittadini ha l'indole delle pecore, in una accezione buona del paragone: sono persone di indole pacifica e tranquilla, abituati a convivere in modo sereno l'una accanto all'altra senza aver alcun disturbo da questa convivenza.



Vi sono poi altri individui nella società che si mettono al di fuori del gregge: i lupi, che con la loro violenza, con la loro prepotenza, cercano sempre di prevaricare le pecore. Le pecore sono terrorizzate dai lupi. I lupi divorano le pecore.



Vi è una terza categoria. I cani da pastore, in inglese gli “sheepdog”, che vivono per affrontare il lupo e difendere il gregge ad ogni costo.
Alle pecore generalmente non piace il cane da pastore. Assomiglia molto al lupo. Ha le zanne, gli artigli e la capacità di usarli. La differenza, però, è che il cane da pastore non deve, non può e non farà mai del male alle pecore. Qualsiasi cane da pastore che ferisce intenzionalmente l'agnellino più umile sarà punito e rimosso.


Tuttavia, il cane da pastore non piace alle pecore. È un promemoria costante che ci sono i lupi nella terra. Alcune pecore preferirebbero che non dicesse loro dove andare o che desse loro le multe. La pecora preferirebbe di gran lunga che il cane da pastore limasse le sue zanne, si dipingesse di bianco con la vernice e dicesse “beee”.


Fino a quando il lupo non si presenta.
E allora l'intero gregge cerca disperatamente di nascondersi dietro un cane da pastore solitario.


Questa raffigurazione del nostro lavoro mi piace molto. La nostra indole è quella del cane da pastore, lo sheepdog che guida e protegge il gregge. Abbaiando quando è necessario, a volte anche ringhiando. Ma senza mai far del male alle pecorelle che noi proteggiamo, anche quando queste belano per protestare contro di noi. E quando arriverà il lupo, i cani da pastore non si tireranno indietro. E difenderanno fino all'ultima pecorella, comprese quelle che criticavano e protestavano...

capitano Andrea Santoro
Comandante della Polizia Locale