Proteggersi dai danni dei petardi riconoscendo il pericolo ed i rischi. Il modo più sicuro? Starne alla larga!

Se vi chiedo che differenza c'è tra rischio e pericolo cosa mi rispondete?

E se vi chiedo come mettere in relazione il pericolo, il rischio ed il danno?

Se nel linguaggio comune termini come pericolo e rischio sono considerati da molti come sinonimi, l’art. 2, comma 1, lett. r) e s) del D.Lgs. 81/2008 li differenzia in modo netto:

– pericolo: proprietà o qualità intrinseca di un determinato fattore avente il potenziale di causare danni;

– rischio: probabilità di raggiungimento del livello potenziale di danno nelle condizioni di impiego o di esposizione ad un determinato fattore o agente oppure alla loro combinazione.

La differenza sostanziale è che il pericolo può essere presente o assente: se esso è associato intrinsecamente a un determinato agente, l’unico modo per eliminarlo è quello di eliminare l’agente. Il pericolo infatti è una qualità intrinseca dell’agente capace di creare danno (attrezzatura, sostanza, ecc.), quindi può essere inteso come una grandezza fondamentale/originale.

Il rischio, invece si origina nella presenza di un pericolo, ma è legato alla probabilità che esso raggiunga la capacità di produrre un danno alle persone e alle cose, nonché all’entità del danno stesso. È quindi una grandezza complessa derivata dalla combinazione di più elementi (comportamenti individuali, fattori al contorno, fattori tecnologici, organizzativi ecc.).

Il danno è, infine, l’evento che può chiudere il circuito tra il pericolo (l’evento potrebbe accadere) e il rischio (in che misura l’evento sta accadendo).

Se applichiamo questi concetti all'uso dei petardi, è evidente che ogni petardo rappresenta un pericolo, più alto in ragione della sua capacità esplosiva. Un petardo realizzato secondo le norme ha una pericolosità sicuramente inferiore di uno realizzato in modo clandestino. Il rischio è rappresentato dall'uso. Un uso corretto ha una probabilità di rischio più bassa. Un uso improprio aumenta il rischio.

Ricordate la Legge di Murphy? «Se qualcosa può andare storto, lo farà». È una forzatura ironica che però nella vita quotidiana sembra avere una validità scientifica.

L'assioma di Murphy riassume intuitivamente un fatto statistico-matematico noto a chiunque abbia a che fare, ad esempio, con la prevenzione e la sicurezza: per quanto sia improbabile che si verifichi un certo evento, entro un numero elevato di occasioni (concettualmente tendente all'infinito) questo finirà molto probabilmente per verificarsi. In effetti la stessa teoria della probabilità afferma che il fatto che un evento sia improbabile non vuol dire che esso non possa verificarsi già nel corso dei primi tentativi, e che non possa poi ripetersi a distanza di breve tempo (legge di mancanza di memoria della probabilità).

In parole povere. Mettiamo che il dado sia il rischio che posso farmi male con un petardo. Mettiamo che il petardo sia sicuro, abbia cioè una sola probabilità su sei di farmi male. E decidiamo che la faccia del dado raffigurante il 6 sia il pericolo. Se tiro il dado ho una possibilità su sei che esca il numero 6, ovvero che mi faccia male con il petardo. Appare subito evidente che se decido di sparare sei petardi questo non significa assolutamente che posso spare i primi cinque in sicurezza e poi stare attento al sesto che sarà quello pericoloso. Perchè se tiro il dado, il numero 6 mi può uscire al primo tiro. Mettiamo che mi sia fatto male sparando il primo petardo. Quando vado a sparare il secondo petardo cosa succede? Quello che succede tirando di nuovo il dado dopo che al primo tiro mi era uscito 6. Ci sono meno probabilità che esca di nuovo il 6? Assolutamente no. Questa è la legge di mancanza di memoria della probabilità. Ogni tiro è una storia a sé stante. Il secondo tiro ho le stesse identiche probabilità del primo tiro che esca il 6. Può di nuovo uscire 6. Posso di nuovo farmi male.

Il primo nostro nemico per la sicurezza è dentro di noi. Solitamente avvertiamo il pericolo quando lo vediamo di fronte a noi nella crudezza della sua apparenza. Un mostro, un animale feroce che ci ringhia contro. Immediatamente la nostra testa ci attiva uno stato di ansia e di paura per metterci in allarme di fronte al pericolo. A volte percepiamo come pericolo anche ciò che non lo è: quando vediamo qualcosa di insolito lì dove non dovrebbe. Ad esempio un insetto. Uno scarafaggio in una stanza, un ragno sul letto. Non sono pericoli. Ma il nostro istitnto ci fa reagire in maniera a volte quasi isterica come se ci trovassimo di fronte a chissà quale pericolo.

Spesso però la nostra testa non riconosce il pericolo. Un petardo è pericoloso. Però noi lo vediamo con colori sgargianti, nomi accattivanti. Sembra un gioco. Ma non è solo l'apparenza fregarci. La nostra intelligenza sa che vi è un potenziale pericolo. Però nella testa scatta un meccanismo perverso: “non può capitare a me”. Siamo inconsciamente portati a convincerci che le cose brutte non possano capitare a noi. Abbiamo, soprattutto quando siamo giovani, un livello di incoscienza elevato. Ci sentiamo invincibili. Non è presunzione, è nella natura umana. Quando si è giovani si è più incoscienti. Basta googlare un pò sul web per verificare i danni devastanti di un petardo: mani dilaniate, occhi mancanti, dita mozzate. Può capitare a chiunque.

Un proiettile di pistola fa paura. Perchè nei film vediamo le pistole uccidere. Eppure nel bossolo di un proiettile di pistola vi è la metà della polvere da sparo di un petardo di libera vendita riservato ai diciottenni.

Queste considerazioni di fondo ci devono portare ad avere un approccio diverso e più consapevole con i pericoli, i rischi ed i danni legati all'uso di fuochi d'artificio e petardi.

Partiamo da qualche raccomandazione per evitare di rischiare che avvengano principi di incendio a causa dell'uso dei fuochi d'artificio.

Tende, teli di plastica, scope, contenitori di carta o plastica, tappeti, panni stesi: oggetti che stanno su ogni balcone e che sono in grado di prendere fuoco in pochi istanti. Non indirizzare mai i fuochi verso balconi, finestre, bidoni dell'immondizia, auto, addobbi natalizi. E cerca di evitare di lasciare materiali che possano prendere fuoco sul tuo balcone se c'è il rischio che qualche incosciente vicino possa lanciare un fuoco artificale contro la tua abitazione.

Non accendere mai i fuochi dentro gli appartamenti, mai sui balconi e mai in prossimità di altre abitazioni o automobili.

Non accendere gli articoli pirotecnici vicino le case, persone e posti a rischio di incendio. Non collocare mai i fuochi d'artificio nelle vicinanze di luoghi abitati o dove siano depositi di paglia, di grano, fienili, boschi.

Non usare in caso di vento! In caso di vento evitare soprattutto di sparare quelli a razzo e comunque non lanciarli mai controvento.

Anche durante spettacoli pirotecnici ad opera di personale specializzato, ricordarsi alcun norme essenziali. I fuochi d'artificio devono stare ad una certa lontananza dagli spettatori (se posizionati a terra a non meno di 15 metri, se con sistema a razzo a non meno di 30 m dalla zona di sparo), onde evitare possibili incidenti.

Come conservarli: lontano da fonti di calore, fiamme libere, dall'umidità, lontano da sostanze infiammabili o da materiali combustibili. In luoghi sicuri e asciutti, conservare in armadi metallici possibilmente messi a terra elettricamente, in piccole quantità, mai dentro armadi di legno, mai dentro contenitori di plastica sia perché combustibili sia per il rischio di cariche elettrostatiche.

Evitare inoltre di ammassare tutti i fuochi in uno spazio ristretto, utilizzate sempre spazi ben areati e separati da dove sostano le persone.

Non tenere mai articoli pirotecnici in tasca, in borse, usare invece scatole di cartone o sacchetti.

La distruzione dei fuochi a base di polvere nera, come i fuochi d'artificio, può avvenire per annegamento in acqua, così da sciogliere i sali costituenti la miscela pirotecnica, per un tempo sufficiente e comunque almeno un'ora per i fuochi di libera vendita, l'operazione è efficiente se li involucri sono di carta o cartone, non è garantita se sono di plastica.

Come utilizzarli: accendere sempre un artifizio alla volta, avendo l'accortezza di tenere gli altri artifizi lontano e al riparo da eventuali scintille.

Non avvicinare mai il viso all'artifizio pirotecnico.

Accendere la miccia allungando il braccio, tenendo il petardo a distanza dal busto.

Utilizzate i fuochi solo all'aperto in luoghi lontani dalle abitazioni, non puntate mai un razzo, un fischio e botto contro finestre e balconi dei palazzi vicini, non usateli mai a casa.

Non indirizzare mai i fuochi verso persone, abitazioni, balconi, autovetture, bidoni dell'immondizia.

Se trovate un botto inesploso, in strada oppure a casa, non toccatelo. Molti ferimenti avvengono il "giorno dopo" a causa dei botti inesplosi che si trovano per strada. Ricordatevi che un botto abbandonato o difettoso potrebbe esplodere da un momento all'altro quindi non toccateli.

Evitate di trasportare materiale pirotecnico in macchina, se proprio dovete, non caricatelo mai nell'abitacolo.

Chi accende i botti e i fuochi d'artificio clandestini sappia che il rischio di un malfunzionamento è sempre in agguato.

L'utilizzo improprio può incendiare gli abiti che si indossano quando usate un fuoco d'artificio. Mai mettere giacconi o maglioni di pile o fibra sintetica, e nemmeno indumenti acetati come tute sportive. Basta una scintilla per trasformare questi abiti in torce di fuoco.

I fuochi pirotecnici che, una volta accesi, si spengono, non devono più essere toccati per almeno 30 minuti (eventualmente bagnarli con acqua prima di rimuoverli se non si è sicuri).

Una volta finito di sparare i fuochi d'artificio occorre vigilare per qualche decina di minuti che le scintille o le braci residue non abbiano innescato materiali combustibili.

In caso di mancato funzionamento o di funzionamento parziale non tentare di riaccendere l'artifizio. Non verificare la causa del mancato funzionamento portando il viso sopra l'oggetto e/o afferrandolo con le mani. Lasciarlo invece smorzare e attendere, indicativamente, non meno di 30 minuti prima della rimozione.

Non saperli maneggiare oppure utilizzarli in luoghi vietati o vicino alle persone può causare:

  • lesioni ed ustioni alle mani o ad altre parti del corpo con possibilità di fratture (nei casi più gravi bisogna ricorrere all’amputazione della mano);

  • traumi agli occhi;

  • acufene o perdita dell’udito totale o parziale;

  • asma o altri problemi respiratori dovuti all’inalazione delle polveri sottili sprigionate dopo l’esplosione del petardo;

  • rischi per gli animali, estremamente sensibili al rumore degli scoppi dei petardi.

Sono migliaia gli animali domestici che ogni anno muoiono a causa dei botti di capodanno. I botti dei petardi e dei fuochi d’artificio scatenano negli animali una naturale reazione di spavento che li porta frequentemente a perdere l’orientamento, esponendoli così al rischio di smarrimento o investimento. Moltissimi di loro muoiono addirittura per lo spavento.

Gli animali rispondono spesso in modo esagerato al rumore, spesso cercando di fuggire o con comportamenti ansiosi. In casi estremi, mostrano una sintomatologia simile a un vero e proprio “attacco di panico”. Cani e gatti hanno l’udito molto più sviluppato di quello umano e i forti rumori li gettano nel panico, inducendoli a reazioni istintive e incontrollate come gettarsi nel vuoto, divincolarsi follemente per fuggire, scavalcare recinzioni e fuggire in strada mettendo seriamente a repentaglio la loro incolumità e quella dei passanti.

Ragioniamo adesso sul tipo di petardi leciti.

La classificazione fatta dalla legge, infatti, si basa sulla quantità di massa attiva contenuta dal petardo e sulla potenza in decibel prodotta allo scoppio. In particolare, sono petardi:

  • di categoria 1: quelli a rischio estremamente basso e di rumore trascurabile. Per l’utilizzo bisogna avere almeno 14 anni compiuti;

  • di categoria 2: quelli fino a 0,5 grammi di polvere M100, 1 grammo di polvere M80 oppure 6 grammi di polvere nera. Il rumore non deve superare i 120 db@mt. Sono riservati ai maggiorenni;

  • di categoria 3: quelli fino a 10 grammi di polvere esplosiva. Il rumore non deve superare i 120 db@mt. Per l’utilizzo, c’è bisogno del porto d’armi o del nulla osta rilasciato dal questore;

  • di categoria 4: i cosiddetti petardi professionali, con una quantità di polvere più alta rispetto alle altre categorie. Non ci sono limiti di decibel. Per l’utilizzo c’è bisogno di competenze specifiche.

Si ricorda a questo proposito che è vietata la vendita di questi prodotti ai minori di anni 14 (per chi contravviene a questa norma c’è l’arresto da tre mesi ad un anno ed ammenda da euro 2000 ad euro 20.000) e il divieto si estende ai minori di anni 18 per alcuni tipi di prodotti.

Restando in tema di sanzioni, ricordiamo cosa prevede l'art. 703 del Codice Penale:

Chiunque, senza la licenza dell'Autorità, in un luogo abitato o nelle sue adiacenze, o lungo una pubblica via o in direzione di essa spara armi da fuoco, accende fuochi d'artificio, o lancia razzi, o innalza aerostati con fiamme, o in genere, fa accensioni o esplosioni pericolose, è punito con l'ammenda fino a euro 103.

Se il fatto è commesso in un luogo ove sia adunanza o concorso di persone, la pena è dell'arresto fino a un mese.

In conclusione, fuochi d'artificio e petardi sono pericolosi. Il rischio per chi li usa cresce in modo esponenziale in base a vari fattori. I danni possono essere molto elevati.

Non ne vale la pena. Meglio far esplodere un sorriso che un petardo.

cap. Andrea Santoro
Comandante della Polizia Locale

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